uroflussimetria

Articolo del 08/11/2024

L’uroflussimetria è un esame diagnostico di primo livello non invasivo e di rapida esecuzione.

Questo test è indicato preliminarmente come test di screening per i pazienti con sospetta disfunzione del basso tratto urinario cioè quando il paziente presenta disturbi della minzione come difficoltà ad urinare e a svuotare la vescica; infatti molte patologie, come l’iperplasia prostatica benigna (IPB), le prostatiti, la sclerosi del collo vescicale, la stenosi uretrale e non ultimo disturbi della contrattilità vescicale, possono influenzare i parametri del flusso urinario. L’esame va’ sempre associato alla valutazione del residuo post minzionale, cioè il volume di urina che rimane in vescica dopo una minzione completa. RVPM

Ne parliamo con Il Dottor Francesco Farina, specialista in Urologia della clinica Guarnieri

Cos’è l’uroflussimetria?

È un esame utilizzato inizialmente prima di effettuare eventuali test urodinamici invasivi per la corretta diagnosi della disfunzione del basso tratto urinario.Attraverso questo esame, si possono ottenere informazioni importanti per la diagnosi, il monitoraggio e il trattamento di queste patologie, anche se percentualmente è usato maggiormente per lo studio dell’IPB.

L’uroflussimetria misura il flusso urinario espulso per via uretrale durante lo svuotamento vescicale.; Il test viene eseguito facendo urinare il paziente, con uno stimolo minzionale abituale, in un dispositivo che registra vari parametri come:

1- Flusso massimo: massimo valore di flusso registrato: è il parametro che meglio distingue i soggetti con minzione normale da quelli con minzione patologica.

2-Flusso medio: rapporto tra volume vuotato e tempo di svuotamento.

3-Volume vuotato: volume totale vuotato durante la minzione che normalmente per rispettare il fisiologico  riempimento della vescica deve essere compreso tra 150 ml e 400 ml.

4 – Morfologia del tracciato: discrimina le curve flussometriche normali (simmetriche a campana) da    quelle patologiche (IPB, instabilità o ipocontrattilità del detrusore, stenosi uretrale, torchio addominale).

5- volume residuo: il volume di urina che rimane in vescica dopo una minzione completa

Dei tanti parametri calcolati (delay time, tempo al flusso massimo, tempo di flusso e tempo di svuotamento, velocità di flusso), questi sono considerati parametri obbligatori nella refertazione di un esame, vengono poi rappresentati graficamente, creando un “tracciato”che consente  di identificare anomalie nel pattern urinario.

L’uroflussimetria nella valutazione della salute della prostata:

1-Diagnosi dell’iperplasia prostatica benigna (IPB)

La prostata è una ghiandola, situata sotto la vescica ed anteriormente al retto che circonda l’uretra, il canale attraverso il quale l’urina viene espulsa dalla vescica durante la minzione.

L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia caratterizzata dall’ingrossamento della prostata che può iniziare già dai 50 anni ma dare progressivamente segni di sé con l’invecchiamento e quindi rendersi più evidente negli uomini anziani è infatti una malattia età correlata. I sintomi riscontrati in questa patologia (LUTS) non sono da confondere con la presenza di un carcinoma della prostata sebbene le due patologie possano coesistere.

Quando la prostata si ingrossa (IPB) o si infiamma, può comprimere l’uretra aumentando la resistenza al deflusso urinario e quindi ridurre la capacità della vescica di svuotarsi efficacemente causando sintomi come esitazione, mitto debole, flusso intermittente, disuria e sensazione di incompleto svuotamento .

L’uroflussimetria è fondamentale per rilevare nella fase iniziale della malattia, queste variazioni del flusso e poter così seguire la loro evoluzione; quindi permette di conoscere la storia naturale della malattia ed il suo impatto funzionale, contribuendo così a prendere decisioni su trattamenti o interventi chirurgici
L’accuratezza diagnostica dell’esame per valutare l’ostruzione cervico-uretrale varia ed è influenzata dai valori soglia; la specificità dell’esame aumenta ripetendo il test nel tempo.

L’esame consente quindi di misurare direttamente la portata urinaria e di individuare eventuali riduzioni del flusso. Una curva di flusso abbassata e asimmetrica può indicare la presenza di un’ostruzione da compressione causata dall’IPB.

2.Monitoraggio del trattamento farmacologico:

L’uroflussimetria viene impiegata come diagnostica funzionale per il monitoraggio del trattamento medico dell’ ipertrofia prostatica benigna, diagnosticata precedentemente anche con l’anamnesi, la visita, l’ecografia della prostata ed il PSA, prima mediante un esame basale senza terapia e dopo aver iniziato la terapia con esami seriati per valutarne l’efficacia.

Ovviamente ci si aspetta un miglioramento del flusso urinario in corso di terapia per poter considerare il trattamento efficace o moderatamente efficace e quindi validare la terapia stessa.

Il monitoraggio nel tempo (follow-up) è importante per decidere eventuali variazioni terapeutiche e ridurre le complicanze della malattia come la ritenzione acuta di urina.

2.Monitoraggio del trattamento chirurgico:

Dopo un intervento chirurgico alla prostata, come una resezione transuretrale (TURP) una adenomiomectomia trans vescicale (ATV) o una prostatectomia, l’uroflussimetria è importante per valutare se l’ostruzione è stata rimossa con successo. Questo esame consente di misurare se il flusso urinario è tornato a livelli normali o comunque migliorati, confermando la riuscita dell’intervento e l’assenza di complicazioni post-operatorie.

  1. Individuazione di altri problemi nel tratto urinario inferiore

Il flusso urinario è il risultato finale del processo minzionale che comprende la contrazione detrusoriale, l’apertura del collo vescicale, la resistenza uretrali, e l’integrità’ del controllo neurologico sull ‘intero ciclo minzionale. Per questo motivo un flusso anomalo indica un disturbo dello svuotamento ma non ci consente da solo di individuare l’esatta localizzazione della disfunzione: da qui il termine ostruzione cervico-uretrale che comprende sia la percentualmente maggiore ostruzione da IPB, ma anche la sclerosi del collo vescicale, le stenosi uretrali e le disfunzioni eurologiche della vescica.

Anche il carcinoma prostatico nella sua crescita può alterare il flusso urinario anche con sintomi rappresentati dalla necessità di urinare frequentemente, ma non è un esame discriminante nè per la diagnosi nè per la terapia.

L’uroflussimetria, in prima battuta, è utile per escludere altre cause dei sintomi urinari manifestati dal paziente, identificando eventuali problematiche concomitanti mediante l’avvio di ulteriori indagini.

  1. Valutazione precoce dei sintomi urinari

Molti uomini possono sviluppare disturbi urinari prima ancora di avere una diagnosi chiara di IPB o altre patologie prostatiche. L’uroflussimetria può essere uno strumento prezioso per identificare precocemente eventuali alterazioni del flusso urinario, permettendo un intervento tempestivo. Diagnosi e trattamento precoce possono prevenire l’aggravarsi delle condizioni e migliorare la qualità della vita del paziente.

L’uroflussimetria, in conclusione, è un esame semplice, ripetibile, e non invasivo che offre informazioni sulla funzionalità del basso tratto urinario e nello specifico della prostata. Grazie a questo test, siamo in grado di rilevare problemi legati alla prostata, come l’Ipertrofia Prostatica benigna, l’ostruzione uretrale, la sclerosi del collo vescicale e le alterazioni della contrattilità vescicale, monitorare l’efficacia dei trattamenti e individuare le eventuali complicazioni. La sua importanza nella diagnosi e nel monitoraggio delle patologie prostatiche rende l’uroflussimetria uno strumento importante per migliorare la gestione della salute prostatica e garantire una migliore qualità della vita ai pazienti affetti da disturbi urinari.

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