Articolo del 06/02/2023
TAC e risonanza magnetica: sono due esami diagnostici ampiamente diffusi e altamente efficaci per rilevare e caratterizzare in modo preciso e dettagliato molte condizioni patologiche. Tuttavia, presentano differenze significative e vengono utilizzati in circostanze specifiche. Il Dott. Goffredo Serra, Medico Radiologo presso la Clinica Guarnieri, ha discusso questa tematica.
TAC E RISONANZA MAGNETICA IN PILLOLE
TAC e risonanza magnetica sono tra i più importanti strumenti di diagnostica per immagini a tecnologia complessa disponibili nella pratica clinica e si differenziano principalmente per le energie di base utilizzate.
La TAC, o più correttamente TC, è una tecnica diagnostica che permette di ottenere in tempi rapidi immagini dettagliate, supportate anche da ricostruzioni multiplanari e 3D, di ampi volumi corporei o distretti specifici attraverso l’utilizzo di radiazioni ionizzanti (o raggi X) emesse da una sorgente radiogena. Mentre il Paziente avanza in orizzontale sul lettino, il tubo radiogeno, l’elemento che emette i raggi X, ruota intorno ad esso con un movimento a spirale. I raggi X attraversano dunque il distretto anatomico in studio subendo una “attenuazione” diversa in base ai diversi caratteri di densità dei tessuti, che viene rilevata dai detettori.
La risonanza magnetica, invece, è una tecnica diagnostica molto complessa che si avvale dell’influenza di campi magnetici statici sull’orientamento dei protoni all’interno dei tessuti, allineandoli secondo la direzione del campo magnetico stesso. Attraverso l’utilizzo di impulsi di radiofrequenza questa condizione viene “eccitata”, provocando un movimento dei protoni che porta alla produzione di energia che viene raccolta da speciali antenne, le bobine, attraverso cui viene prodotta l’immagine.
Entrambe le tecniche permettono di ottenere immagini estremamente dettagliate dell’anatomia umana, ma differiscono principalmente per la maggiore capacità di contrasto tra i tessuti molli che connota la RM, tempi di acquisizione (più rapidi per la TC) e la possibilità di integrare informazioni morfologiche con studi funzionali per la RM”, prosegue l’esperto.
La tomografia computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica (RM) rappresentano due dei più avanzati strumenti diagnostici per immagini disponibili in ambito clinico e si distinguono principalmente per l’energia di base utilizzata..
Entrambe queste tecniche permettono di ottenere immagini altamente dettagliate dell’anatomia umana, ma differiscono principalmente per la capacità della RM di offrire un migliore contrasto tra i tessuti molli, tempi di acquisizione più rapidi per la TC e la possibilità della RM di integrare informazioni morfologiche con studi funzionali.
QUALI SONO LE DIFFERENZE?
Le differenze tra la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM) riguardano principalmente le loro applicazioni e aree di specializzazione:
La TC è raccomandata principalmente per scopi oncologici, vascolari e internistici, nonché per valutazioni pre-chirurgiche e post-chirurgiche, e nelle situazioni di emergenza. Questo permette al radiologo di individuare eventuali anomalie patologiche in vari livelli di profondità e in diversi distretti del corpo.
D’altra parte, la RM è particolarmente indicata per l’analisi del cervello e del midollo spinale, delle articolazioni (dove la sua alta capacità di contrasto consente di valutare legamenti e tendini), della prostata e dell’apparato genitale femminile. Entrambe le tecniche sono efficaci nell’ambito dell’addome, ma vengono utilizzate per scopi diversi. La scelta tra le due deve essere attentamente considerata caso per caso, in modo da determinare quale tipo di esame sia più adatto e definire il protocollo di acquisizione appropriato, come spiegato da Serra.
TAC e Risonanza magnetica: ci sono dei rischi?
La tomografia computerizzata (TC) utilizza raggi X, ossia radiazioni ionizzanti, che comportano un rischio limitato di danni biologici, sebbene le apparecchiature più moderne abbiano progressivamente ridotto le dosi di radiazioni. D’altra parte, la risonanza magnetica (RM) utilizza energie che, in assenza di controindicazioni, non presentano rischi per la salute. Tuttavia, è fondamentale valutare sempre eventuali controindicazioni prima di eseguire l’esame, come la presenza di pacemaker o altri dispositivi elettronici o metallici nel corpo.