Articolo del 07/03/2023
La risonanza magnetica è una metodica diagnostica è in grado di produrre immagini dettagliate delle strutture anatomiche in tre dimensioni senza mettere a rischio la salute del paziente mediante l’esposizione a radiazioni dannose.
Esistono due diverse categorie di Risonanza Magnetica: la RM ad alto campo magnetico, pari o superiore a 1.5 Tesla, che è essenziale per esaminare dettagliatamente strutture complesse come il cervello, l’addome, la prostata e il seno; e la RM a campo magnetico aperto, che utilizza un livello di potenza magnetica inferiore rispetto ai dispositivi chiusi. Quest’ultima è particolarmente indicata per l’analisi di piccole parti del corpo come le articolazioni del ginocchio, del polso, della mano e del piede.
Ne abbiamo parlato con il Dott. Simonelli, Direttore Tecnico del Reparto di Diagnostica per Immagini della Clinica Guarnieri.
Risonanza magnetica aperta o chiusa: differenze
In ambedue i casi, la risonanza magnetica, utilizza un campo magnetico e impulsi di radiofrequenza simili a quelli emessi da apparecchiature radiofoniche e televisive per generare immagini dettagliate di strutture e organi. Questo metodo è innocuo e non invasivo, ma la risonanza magnetica chiusa impiega un campo magnetico di maggiore intensità rispetto a quella aperta. È importante notare che entrambe le varianti presentano delle controindicazioni per i portatori di pacemaker e le donne in gravidanza, dove la procedura è consigliata solo in situazioni di estrema necessità.”
“La risonanza magnetica aperta ha un campo di applicazione più limitato, essendo più indicata per l’analisi delle strutture osteo-articolari. La maggior parte degli studi scientifici concorda sulla superiorità delle apparecchiature ad alto campo nella rilevazione e caratterizzazione delle lesioni più piccole,” spiega ulteriormente il Dott. Simonelli. “La differenza tra le due apparecchiature risiede nella qualità delle immagini ottenute, che è notevolmente superiore nelle macchine ad alto campo magnetico. Queste offrono una definizione anatomica più precisa e una gamma di opzioni di studio più ampia e adatta alle domande cliniche riguardanti la patologia sospettata.”
Quali sono i limiti della RM aperta?
I principali limiti della Risonanza Magnetica aperta a basso campo magnetico derivano dalle caratteristiche strutturali di questi apparecchi, che presentano un basso rapporto segnale/rumore, il quale si traduce in immagini di modesta qualità. Questo significa che, per migliorare la qualità delle immagini, spesso è necessario aumentare lo spessore della sezione esaminata. Tuttavia, questa scelta comporta il rischio di compromettere la capacità di rilevare dettagli sottili e di formulare diagnosi precise.
Inoltre, le Risonanze Magnetiche a basso campo non possono sfruttare tecniche avanzate come la spettroscopia, la perfusione, la diffusione e le tecniche di sottrazione del grasso, che sono ormai essenziali nella pratica clinica per molte parti del corpo. Queste tecniche richiedono un campo magnetico di alta intensità e potenti sistemi di gradiente, che le apparecchiature aperte per definizione non possono fornire.
D’altra parte, le macchine con un campo magnetico ad alta intensità vengono utilizzate per una vasta gamma di studi di Risonanza Magnetica, compresi quelli più comuni, come le indagini dell’apparato muscolo-scheletrico e neurologico. Queste apparecchiature sfruttano sequenze di imaging avanzate in costante evoluzione per eseguire studi dinamici e volumetrici di varie parti del corpo.
Nel caso specifico della risonanza magnetica dell’encefalo, l’uso di apparecchiature ad alto campo magnetico fornisce una ricca quantità di informazioni, consentendo un trattamento terapeutico sempre più mirato e personalizzato in base alle esigenze individuali del paziente.
Per migliorare l’efficacia e la specificità delle diagnosi, la Clinica Guarnieri ha optato per l’installazione di una Risonanza Magnetica Chiusa ad alto campo magnetico da 1,5 Tesla, una delle apparecchiature più recenti prodotte da GE.